L'ANZIANITA'
“Per vivere in modo positivo la vecchiaia non è necessario possedere meriti o capacità intellettive particolari. E’ necessario giocare “la carta vincente”, cioè la capacità di (…) avvalersi, in tutte le fasi e in particolare nella fase senile, delle attività mentali e psichiche in proprio possesso.”
Rita Levi Montalcini, L’asso nella manica a brandelli, Dalai editore, Milano, 1998

Il naturale processo di invecchiamento porta chiunque a confrontarsi con il declino delle proprie facoltà fisiche e psicologiche, con il rischio di perdere autonomia ed in generale con il senso di perdita e lutto. In particolare alcuni cambiamenti sono spesso difficili da affrontare; il distacco dalle abitudini domestiche e dalle relazioni familiari strette a fronte dell’ingresso in una struttura possono portare a situazioni di ansia, dipendenza e depressione. 
Il valore terapeutivo dell’arteterapia in queste situazioni risiede nella possibilità di proporre all’anziano stimoli mentali e sensoriali appropriati, di compensare la limitazione delle interazioni sociali e la mancanza di riferimenti affettivi continuativi. In particolare l’espressione artistica permette agli anziani di riconoscere ed esercitare le loro capacità residue, stimolando la memoria, l’attenzione, la sensorialità. Attraverso l’oggetto realizzato l’anziano può sentire di lasciare una traccia di sé, un’affermazione della propria presenza e del proprio saper ancora fare. La partecipazione al laboratorio favorire inoltre i processi di socializzazione, gli stati affettivi, l’integrazione e il senso di appartenenza al gruppo.


ALZHEIMER
“Chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, informazioni, di letture, di immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.”
Italo Calvino, Lezioni americane,1984

La trasmissione di informazioni, idee, sentimenti da una persona all’altra è un’esigenza primaria dell’uomo ed è il presupposto per stabilire quella rete di rapporti e relazioni che costituiscono l’individualità della persona. 
Il linguaggio verbale, la parola, è il canale privilegiato della comunicazione, ma chi soffre di demenza e/o Alzheimer, soprattutto negli stadi avanzati, non è in grado di utilizzarlo correttamente a causa di problemi di tipo afasico. Ciò non significa che il malato non possa comunicare: il ricorso alla comunicazione non verbale passa attraverso gli sguardi, i gesti, le espressioni, fino ad arrivare, in forma organizzata, alle attività artistico-visive proprie dell’Arteterapia. 
Le tecniche di Arteterapia applicate alla cura del malato di Alzheimer hanno la caratteristica di contribuire a combattere la depressione e l’isolamento dei malati cercando nuove vie di comunicazione. E’ un processo che non può avere un obiettivo di guarigione ma che lavora sulle parti sane e creative che ancora si possono stimolare e mettere in moto attraverso l’espressione creativa personale, cercando di ridare voce alla memoria, all’identità smarrita e alle emozioni. La persona colpita da demenza perde infatti alcune capacità ma non perde la sua identità, rimanendo la persona che era prima di ammalarsi, con la sua storia di vita da raccontare finché è possibile.
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